PROGRAMMA E FELLINI di Anonimo 1
Innumerevoli sono
i dilettanti dell’esistere.
Non più apprendisti mai padroni appieno
del mestiere difficile del vivere
talvolta geniali nel contesto
casualmente fulminei nel particolare
più spesso
disperanti idioti di sé e degli altri
nel flusso ondivago e affilato
del variabile.
Generosi a spalancarsi contro l’arroccamento altrui
senza possederne le chiavi
incapaci di afferrare
il balenio sottile della luce
dai battenti dischiusi nel bisogno
o nel gioco dei personaggi.
Uomini di buona volontà
di ogni sconfessione
geni del momento sbagliato.
Sordi ai necessari silenzi
pronti al lamento o alla consolazione
di affanni condivisi e non compresi.
Impotenti a gettare ponti ben saldi
tra il pensato e l’agito
peggio
impotenti ad ammettere la propria impotenza
nella guida dei giorni
scanditi da ritmi inafferrabili
troppo lenti veloci vicini
troppo lontani pesanti leggeri
troppo.
Impediti a cullarsi nell’imbecillità felice
dalla convinzione del proprio io
e dell’importanza del decidere
e tuttavia
non abbastanza saldi nell’erigere idoli di sé
e neppure abbastanza ambigui
per dare il nome di piena autonomia
a solitudini non comunicabili
senza un sogghigno o un rantolo.
Come granchi ribaltati sul limite
incatenati alla vita dall’ultima schiuma
e insieme asciugati dal sole sulla pietra
a mulinare a vuoto chele pugilatorie.
Spesso stanchi di nulla
dell’affanno di inseguire fantasmi
perfettamente raggiungibili
e superflui.
Così si uccide Stainer nella Roma gaudente
portando con sé persino il futuro
nell’intuizione più alta del creatore di sogni.
E lo disse allora
“intellettualmente incompiuto – episodio non risolto”
lo spettatore positivo
incapace di penetrare
la divina geometria dell’ambiguità
fragile mendicante di chiarezza
contro i suadenti abissi spalancati
dell’instabilità del sé e dell’altro.
Innumerevoli siamo
i dilettanti dell’esistere.
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